Thursday, November 1, 2007

Rom brava gente

Lo dice pure Newsweek (in un articolo pieno di spocchia e inesattezze: 'sinti' non è un "pejorative local term" per "Roma" - il plurale di Rom - ma il nome di un'altra etnia: bastava Wikipedia, per evitare un po' di arroganza cialtrona da giornalista colonialista): siamo noi che li discriminiamo, che gli riduciamo persino l'aspettativa di vita, povere stelle - 47 anni invece di 80 per i gagi.
Sarà stato per quello, per reintrodurre un po' di equilibrio e giustizia, che il bravo Rom di turno ha pensato bene di massacrare una gagia di 47 anni.
Dice: ma sarà un disgraziato, come ce ne sono ovunque.
Al tempo: intanto il disgraziato, se aveva degli istinti sessuali predatori come altri disgraziati, si è ben guardato dal soddisfarli su una delle tante femmine della stessa etnia che avrebbe potuto avere a disposizione nei dintorni (le zingare hanno la pubertà precoce), perché sapeva benissimo che, in quel caso, i suoi connazionali non si sarebbero scomodati a scomodare la giustizia dei gagi ma si sarebbero arrangiati col coltello, asportandogli la parte offendente in men che non si dica; il disgraziato in questione non è certo scemo, in compenso è razzista e il suo crimine si può qualificare come stupro etnico.
Altra differenza sostanziale: dato che la vittima aveva avuto l'accortezza di sceglierla al di fuori della propria etnia, il 'disgraziato' ha potuto contare sull'usuale solidarietà omertosa della sua comunità, rotta soltanto da una donna coraggiosa, non a caso subito data per matta o peggio.
Il razzismo è né più né meno di questo: il peggiore e più figlio di puttana dei 'nostri' è sempre meglio del migliore dei 'loro'.
Infine, trovo insopportabilmente ipocrita l'atteggiamento di un governo che, dopo essersi affrettato - persino più degli altri Paesi UE - a far entrare cani e porci sul proprio territorio, adesso si accorge che - mavà? - c'è l'emergenza criminalità: deboli coi prepotenti, capaci solo di squittire in favore di telecamera; è questa la classe dirigente che ci ritroviamo, Veltroni in primis.