Tuesday, September 11, 2007

Razzismo mainstream

Qual è l'essenza del razzismo?
Sul mio personalissimo cartellino, guadagna Punti Razzismo chi attribuisce ad una categoria di persone determinate caratteristiche innate, solitamente negative, per il semplice fatto di appartenere a quella categoria.
Sentite ad esempio Joni Mitchell:
«Per ascoltare i miei dischi c'è bisogno di emozioni e profondità. Sono due caratteristiche che non appartengono ai maschi bianchi ed eterosessuali che controllano la stampa».

Oh, quale coacervo di stronzate, in due sole frasette!
Si potrebbe facilmente replicare sullo stesso tono (visto che parliamo di una musicista) e attribuirle all'inacidimento di un'attempata zitella già femme fatale della scena musicale americana, ma io ci vedo qualcosa di meno personale, l'applicazione ottusa degli stereotipi più beceri del razzismo più cialtrone, della serie 'i negri hanno il ritmo nel sangue'. Ecco, sappiatelo, i bianchi maschi etero non hanno emozioni né profondità. E ovviamente controllano la stampa, come ogni sordido potere forte che si rispetti. Chiamarla 'lobby bianca' forse parrebbe brutto persino a una razzista alla rovescia come Joni Mitchell, cervello poco e mal collegato ad una splendida voce (almeno un tempo: d'altronde, una così non poteva che essere tanto ottusa da rovinarsela con una vita di sigarette, come un pianista che passasse il tempo a giocare piantandosi un coltello fra le dita della mano aperta).
Magari potrebbe chiamarla 'lobby etero-WASP', che suona più fine: come 'lobby israeliana' invece di 'ebraica'.
Quando il razzismo si fa mainstream, deve darsi una ripulita, come i gruppi rock 'maledetti' che smettono di insultare il pubblico ai concerti e sfasciare stanze d'albergo, licenziano il cantante attaccabrighe o lasciano crepare il batterista strafatto e lo sostituiscono con uno con la frangetta a posto, firmano per una major e si sistemano.